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Palazzo Pitti

Palazzo Pitti visto dall'omonima piazza

Età

1457 - 1840

Progettisti

Luca Fancelli, Filippo Brunelleschi, Bartolomeo Ammannati, Giulio Parigi, Alfonso Parigi, Alfonso Parigi il Giovane, Pietro da Cortona, Giuseppe Ruggieri, Gasparo Maria Paoletti, Pietro Conti, Giuseppe Cacialli, Pasquale Poccianti, Giuseppe Martelli

Il palazzo sorge, nell’omonima piazza, nel luogo dove esisteva già un’abitazione della famiglia Pitti, rivale della famiglia Medici; i lavori per la costruzione della nuova residenza di Luca Pitti, che desiderava avere un’abitazione più lussuosa di quella di Cosimo il Vecchio de’ Medici, furono eseguiti probabilmente fra il 1457 e il 1466. Il progetto fu affidato a Filippo Brunelleschi e venne eseguito dall’architetto Luca Fancelli. Gli alti costi sostenuti e la perdita di potere e prestigio politico della famiglia Pitti portarono alla sospensione dei lavori che furono definitivamente abbandonati dopo la morte di Luca Pitti nel 1472. Tra il 1549 e l’anno seguente Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici, acquistò le varie porzioni del palazzo e dei terreni limitrofi, avviando subito imponenti lavori di sistemazione e ampliamento. In particolare nel 1561 il cantiere fu affidato a Bartolomeo Ammannati, aiutato da Alfonso Parigi. Nel 1565 Cosimo I de’ Medici abbandonò i propri appartamenti nel Palazzo della Signoria e Palazzo Pitti fu eletto reggia granducale. Nel 1619 iniziarono nuovi lavori di ampliamento, durati fino al 1660, sotto la direzione di Giulio Parigi prima e successivamente del figlio Alfonso Parigi il Giovane. Nel 1763, per ordine del governatore della Toscana, maresciallo Antonio Botta Adorno, si aprì il cantiere per la realizzazione di due ali a delimitare i lati della piazza, come caldeggiato da molti dei progetti precedenti. I lavori presero l’avvio sotto la direzione di Giuseppe Ruggieri, Gasparo Maria Paoletti, Pietro Conti e Giuseppe Cacialli. Parallelamente a questi lavori, nel 1821, fu conferito a Pasquale Poccianti (coadiuvato nella direzione dei lavori da Giuseppe Martelli) l’incarico di realizzare il nuovo e attuale monumentale vestibolo di accesso al palazzo. Sarà lo stesso Poccianti a farsi carico anche del completamento dei lavori alle due ali, che furono terminate attorno al 1840. Nel 1860 Palazzo Pitti passò tra i beni della Corona d’Italia e, negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) fu residenza di Vittorio Emanuele II. La cessione allo Stato italiano è del 1919, eseguita con decreto del 20 aprile 1920.

Il palazzo è realizzato in Arenaria Pietraforte; le balaustre ai tre piani della facciata sono in Arenaria Pietra Serena.

Testa leonina coronata sulla facciata del Palazzo
Una delle finestre al primo piano del Palazzo con cornice in Arenaria Pietraforte
Dettaglio dei conci della facciata in Arenaria Pietraforte