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Chiesa di San Frediano in Cestello

La facciata della Chiesa di San Frediano in Cestello

Età

Prima del 1675 fino al 1689

Progettisti

Gherardo Silvani, Giulio Cerruti, Antonio Maria Ferri

La Chiesa, situata in piazza di Cestello nel quartiere di Oltrarno, fu edificata nel luogo dove sorgeva una chiesa più antica, il “monastero di Santa Maria degli Angeli”, eretto nel 1450 circa per le “Nostre Sorelle bianche”, ossia donne consacrate secondo la Regola del Carmelo; esse divennero in seguito monache di clausura. In questo monastero visse e morì Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, beatificata nel 1626 e canonizzata nel 1662. Nel 1628 le monache scambiarono il loro edificio con quello dei monaci Cistercensi in Borgo Pinti, dove fu traslato anche il corpo della consorella beatificata. Quella chiesa, dove è conservato il famoso affresco della Crocifissione del Perugino, è oggi Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. I monaci cistercensi diedero alla chiesa il nome di “Cestello Nuovo”, cioè chiesa cistercense nuova, per distinguerla dalla chiesa “vecchia” di Borgo Pinti. I monaci cistercensi, pur volendo continuare ad utilizzare in parte le antiche strutture, decisero di rinnovare integralmente il convento e soprattutto la chiesa; i lavori furono affidati all’architetto Gherardo Silvani, che morì nel 1675. Il progetto iniziale fu modificato nel 1680 da Giulio Cerruti che ruotò l’asse della chiesa in modo che l’ingresso fosse rivolto verso l’Arno. Infine, nel 1689 Antonio Maria Ferri terminò la cupola a tamburo, affrescata nell’interno con Scene della Gloria della Maddalena e della Virtù di Antonio Domenico Gabbiani. Nel 1783, dopo la trasformazione della chiesa in parrocchia e la soppressione del monastero, i locali divennero la sede, tuttora attiva, del Seminario arcivescovile, famoso per possedere una ricchissima biblioteca di antichi codici medievali. Alla chiesa venne dato nel 1798 il nome di una chiesa distrutta, situata all’angolo tra Borgo San Frediano e Piazza del Carmine. I locali del seminario vennero restaurati ed ingranditi all’inizio del XX secolo dopo le occupazioni, avvenute nell’Ottocento, dei francesi prima, e degli austriaci dopo. Tutt’oggi in questo seminario vengono formati i giovani desiderosi di diventare sacerdoti. All’interno del complesso, che conserva alcune strutture del primitivo convento di Santa Maria degli Angeli, si trovano due chiostri: il primo con al centro la statua di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi di Antonio Montauti (1726) e un San Bernardo di Chiaravalle che calpesta il demonio di Giuseppe Piamontini (1702); il secondo chiostro fu realizzato da Gherardo e Pierfrancesco Silvani. Nell’ex refettorio (ora aula magna) si ammira il grande affresco della Cena di Gesù dopo il digiuno nel deserto di Bernardino Poccetti.

La facciata è realizzata a faccia vista con filaretti di Arenaria Pietraforte, Arenaria Pietra Serena,  Laterizi  e, in minor quantità, Calcare Alberese tenuti insieme da Malta; l’Arenaria Pietra Serena è utilizzata anche nella finitura del portale, nei gradini di accesso e nella decorazione delle finestre alla base della cupola.  La base della cupola, realizzata con Laterizi, è intonacata.

Dettaglio del portale in Arenaria Pietra Serena e Laterizio
Particolare della facciata in pietra grezza e Laterizio