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Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi

La facciata della chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Età

1257 ?

Progettista

Chiostro e convento: Giuliano da Sangallo

La chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, con l’annesso convento, rappresenta un importante monumento di Firenze situato in Borgo Pinti. La sua fondazione, nel luogo dove già esisteva una casa di accoglienza per donne convertite, risale al 1250 circa; esso fu intitolato a “Santa Maria Maddalena delle Convertite”. In questo luogo si sono avvicendati diversi ordini religiosi. Nel 1322 la struttura monumentale passò all’ordine dei Cistercensi i quali vi si stabilirono nel 1442. Il convento di Borgo Pinti venne ricostruito fra il 1481 ed il 1526, su progetto di Giuliano da Sangallo che ideò il portico in stile ionico antistante la chiesa. Nel 1629 i frati scambiarono l’intero complesso con le monache Carmelitane di Santa Maria degli Angeli; essi si spostarono nel quartiere di Oltrarno portando con loro il nome del Cestello che ancora oggi si riferisce a San Frediano in Cestello dove si stabilirono. A loro volta le monache, che portarono con loro le spoglie della consorella Maria Maddalena de’ Pazzi (poi beatificata da papa Urbano VIII), intitolarono il monastero di Borgo Pinti a Santa Maria degli Angeli. Dal 1677 al 1685 fu costruita l’attuale cappella maggiore concepita come mausoleo delle reliquie della santa. Dopo la canonizzazione di Maria Maddalena, nel 1669, la chiesa le venne ridedicata. Nel 1866 il convento venne definitivamente soppresso e adattato nel tempo ad ospitare delle scuole. Nel 1888 le suore carmelitane che ancora avevano cura della chiesa si trasferirono prima in piazza Savonarola e poi a Careggi. Attualmente la chiesa, a cui si accede da Borgo Pinti, e le parti del convento superstiti sono passati all’ordine francese degli Agostiniani dell’Assunzione. Furono proprio questi frati a richiedere l’aiuto della Francia per restaurare la chiesa dopo i danni subiti a causa dell’alluvione del 1966; durante i lavori venne costruito il lato destro dell’atrio utilizzando i calchi dei capitelli antichi del lato sinistro. L’atrio, che precede la chiesa, presenta architravi poggianti su colonne ioniche e volte a botte sorrette da colonne. I capitelli, scolpiti copiando un capitello classico ritrovato a Fiesole, testimoniano la passione di Giuliano da Sangallo per l’arte antica; due archi a tutto sesto si aprono al centro sui lati maggiori dell’atrio, uno porta all’ingresso della chiesa, l’altro all’accesso sulla strada. A destra dell’ingresso principale si trova una piccola struttura, la Cappella di Santa Maria del Giglio, fatta edificare dai monaci cistercensi per le donne devote che erano ammesse alla chiesa principale solo due volte durante l’anno. Su Borgo Pinti si trova un prospetto con portale timpanato, su cui si legge l’iscrizione “Cenobium (monastero) Cisterciense”. 

La facciata della chiesa è interamente intonacata,  sono presenti però arredi funerari di una tomba realizzata  in Calcare Rosso Ammonitico e Marmo bianco e di un’altra decorata con Marmi bianchi e grigi; sono presenti inoltre due lastre in Marmo bianco corredate con cornici in Serpentinite. Le colonne del porticato, i capitelli e le finestre delle parti alte sono in Arenaria Pietra Serena. La decorazione del portale centrale è in Arenaria Pietraforte.

Le colonne e i capitelli del porticato in Arenaria Pietra Serena e la tomba realizzata in Calcare Rosso Ammonitico e Marmo bianco
La decorazione del portale centrale in Arenaria Pietraforte. A sinistra del portale lastra in Marmo bianco corredata da cornice in Serpentinite